La domiciliazione della sede legale presso uno studio professionale – che sia quello di un commercialista, un avvocato o altro libero professionista abilitato – è una prassi consolidata per molte società, startup, liberi professionisti e PMI. Questo servizio consente di eleggere la sede legale della propria attività esistente o in costituzione presso un soggetto terzo, con numerosi vantaggi pratici, fiscali e d’immagine. La scelta di eleggere la sede legale presso un professionista è una soluzione alternativa a farlo presso la sede societaria, il proprio studio, il proprio indirizzo di residenza o presso società di servizi come possono essere i coworking e i business center.
In questo articolo analizziamo nel dettaglio cos’è la domiciliazione legale, quali sono i criteri normativi di riferimento e soprattutto come si calcola il compenso da riconoscere al professionista, sulla base delle recenti indicazioni del CNDCEC e del D.M. n. 140/2012.
Cos’è la domiciliazione della sede legale presso un professionista
La domiciliazione della sede legale è il servizio che consente a una società o un’impresa individuale di eleggere la propria sede ufficiale presso lo studio di un professionista abilitato. Questo indirizzo diventa a tutti gli effetti la sede legale comunicata al Registro delle Imprese, indicata in visura camerale e nei rapporti con l’Agenzia delle Entrate, INPS, enti pubblici e clienti. Ma è altresì l’indirizzo pubblicato sui documenti ufficiali, sul sito web.
Tra i principali vantaggi di scegliere un professionista:
- utilizzo di un indirizzo professionale e centralizzato per la ricezione di atti, notifiche, comunicazioni fiscali;
- maggiore privacy per l’imprenditore o il libero professionista;
- evita costi di affitto di un immobile per uso sede legale;
- possibilità di associare altri servizi accessori (es. segreteria, gestione posta, coworking).
Quadro normativo: cosa dice il DM 140/2012
Il D.M. n. 140/2012 disciplina i parametri per la determinazione dei compensi professionali nei casi in cui manchi un accordo tra le parti.
Tuttavia, non esiste nel decreto una voce specifica relativa alla domiciliazione legale. Il CNDCEC, nel Pronto Ordini n. 72/2025, ha chiarito che il servizio di domiciliazione può essere ricondotto per analogia all’art. 15, comma 1, lett. i) (“assistenza e rappresentanza per altri adempimenti fiscali”) e che può essere utilizzato il quadro 10.1 della Tabella C.
Compenso base suggerito: €100 mensili per ogni servizio di domiciliazione, come “altre dichiarazioni e comunicazioni”.
Come calcolare il compenso per la domiciliazione
Il compenso del professionista che eroga un servizio di domiciliazione, quale sede legale, può essere definito liberamente dalle parti, ma in assenza di un preciso accordo si applicano le regole generali dei parametri ministeriali, con eventuali adeguamenti previsti dall’art. 18 del DM 140/2012.
Parametri principali:
Voce |
Importo indicativo |
Fonte normativa |
Servizio di domiciliazione |
€100/mese |
Quadro 10.1 – Tabella C DM 140/2012 |
Maggiorazioni |
+ fino al 60% |
Art. 18 – Complessità, urgenza, continuità |
Riduzioni |
– fino al 30% |
Art. 18 – Minore impegno richiesto |
Il totale annuo del solo servizio di domiciliazione è quindi, salvo riduzioni e maggiorazioni è fissato in € 1.200+Iva. Questo importo non comprende utilizzi ove presenti di spazi lavoro presso il professionista: postazioni coworking e sale riunioni. Non comprende costi di scansione dei documenti ricevuti e gestione dell’eventuale reinoltro.
Quanto suggerito dal Pronto Ordini del Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti Esperti Contabili è un parametro molto importante, un riferimento anche per gli operatori di settore quali coworking, hub e business center.